giovedì 4 novembre 2010

Ah...l'amore!

Mi sento una vera valchiria, fredda, congelata nel suo status symbol, lontana mille miglia dalle calde dolcezze terrene.

Fingo. Mi rendo conto che fingo, nel provare coinvolgimento verso tutte quelle frasette, quei comportamenti, quelle spettacolarizzazioni del sentimento che tutti rincorrono: l'amore.
E non mi riferisco solo all'amore che lega tutte le coppie che camminano insieme per i viali alberati dell'esistenza, mi riferisco al mondo intero.

L'amore che sento io è molto più schietto e terra terra...a volte urtante per quanto è poco romantico.
Non sopporto più immagini di vacanze a due con cuoricini e candeline accese; rabbrividisco alla vista di Baci Perugina e loro confezioni (a meno che non siano scartati e riportati alla loro condizione primordiale di cioccolatini!); mi infastidiscono le frasi e le poesie d'amore se penso che vorrebbero essere efficaci in questo mondo, mentre le sento mie se le immagino dirette ad un mondo immaginario e, alla fine, ne riesco ad apprezzare solo il valore linguistico e stilistico.
Insomma, sono priva del moto d'amore, vissuto come lo vive chi ho intorno (colleghi, amici & Co.), che gode e d aspira a cose che a me non fanno nè caldo, nè freddo.
Di contrasto, sento di sentire tanto, di essere felice senza remore anche per il più piccolo gesto che compio e vedo compiere, di andare a dormire ogni sera con un nuovo progetto per il giorno dopo.

Quindi, ecco chi c'è su questa tastiera.
E' una vera valchiria, fredda e incapace di lasciarsi andare a quelle debolezze che sono comuni a chi si ama.
Stamattina la Silvietta mi ha fatto vedere la sua ultima foto del fidanzato messa come sfondo sul telefonino, mentre mi raccontava dei regalini che si sono scambiati per Halloween.
Sentivo crescere la nausea, perchè avrei voluto dirle:" svegliaaaaa!!! Non vedi che non uscite mai, che ti impedisce di andare in vacanza, che passi le serate a guardarlo mentre lui gioca alla PSP, che hai trentadue anni e sono troppi per farsi incantare da due regalucci e troppo pochi per rinunciare a vivere e rinchiudersi in un salotto?".
E invece ho finto. Non le ho detto niente, perchè le altre volte che ho tentato si è chiusa a riccio, e perchè ognuno deve fare ciò che si sente e ciò che è in grado di fare.

E l'unica a cui concedo qualche possibilità, è la mia piccola, a cui non ho distrutto nè il principe azzurro, nè il sogno di quattro filgi e due cani, nè la festa di San Valentino, che peraltro festeggia ogni anno con i compagni di scuola.

E voglio essere capace di non distruggere nulla, voglio essere capace di essere solo un riparo ed, eventualmente, colei che aiuta a riparare, perchè vorrei che lei fosse in grado di sostenere qualunque passo su qualunque strada, anche quelle sbagliate.

E magari un giorno mi riammorbidirò.

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