venerdì 7 ottobre 2011

Giornatissima.

Ecco: lunedì pubblicavo una parte del discorso... Da ieri tutto il mondo (o almeno quello informatico) lo recita all'unisono.

Certo, non tutti hanno le sue doti, quindi ognuno deve essere affamato e pazzo secondo le proprie possibilità, e certamente non tutti abbiamo le potenzialità per divenire degli Steve Jobs...e forse questo non tutti l'hanno capito.
Non bastano la fame e la pazzia... ci vuole anche la coscienza delle proprie capacità.
La giornata di ieri mi ha portato la proposta di collaborazione alla stesura di un saggio il cui argomento sarà più o meno: può esistere un'etica universale che prescinde la religione?
E ciò presuppone un grande studio dei filosofi che si sono occupati del problema, una rielaborazione dei comportamenti dell'umanità in vari contesti che possono essere esplicativi, ed un grande lavoro introspettivo ( ma questo non è richiesto, è una necessità mia.)

Dopo un colloquio di due ore in cui il prof. mi ha raccontato il progetto, siamo andati a pranzo e lui ha esordito così (nel frattempo era passato al tu...e quindi anche io): "non vorrei mai che questi studi di giurisprudenza sopiscano quel tuo spirito curioso e indagatore dell'animo umano, che va via contento anche senza risposte." (facendo intendere che la giurisprudenza istruisce a trovare sempre una risposta, tra quelle fornite dalla legge).
Da qui l'atmosfera si è alleggerita e abbiamo chiacchierato dei suoi bambini, della mia, del bungee jumping da me goduto in gioventù, delle sue esperienze oltre oceano dove da italiano filosofo si sentiva un genio, insomma un chicchiericcio.
Poi uno scambio di materiale, scadenze fissate, e gli ho aperto il mondo di Onenote 2007, a lui ancora quasi sconosciuto.

Bello. Sono stata bene e sono felice.
Affamata e pazza il giusto per le mie corde.

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